sabato 27 dicembre 2014


EDUARD STEICHEN - GLORIA SWANSON - 1924
ALLAN RAMSAY - MARGHARET LINDSAY - 1758         

ANDREI WYETH - WIND FROM SEA dettaglio - 1947
IL PIZZO E' ARTE
Il merletto o pizzo o trina, quando è realizzato a mano, è una particolare lavorazione di filati per ottenere un tessuto leggero, prezioso e ornato. L'operazione non viene effettuata su tessuto, ma è essa stessa la costruzione di una trama nel vuoto. Questo tipo di lavorazione richiede l'uso di strumenti idonei ad assicurare, e successivamente ornare, i fili che vengono lanciati nelle direzioni richieste dal disegno progettato. Tali strumenti sono il tombolo o il telaio.
Nel 500 a Venezia compare per la prima volta il pizzo realizzato ad ago
La lavorazione si diffonde poi al punto che dall’ambito domestico e quello conventuale si arriva alla figura della merlettaia e poi alla produzione industriale in Inghilterra: fu a Nottingham che, nell’800 John Hethcoat e Leavers inventarono la prima macchina-telaio.
Questa arrivò poi a Calais che detiene ancora il primato per la produzione pizzi Leavers, in assoluto, tra quelli realizzati a macchina i più pregiati.
Ai pizzi ad ago e a tombolo si unisce il pizzo ad uncinetto con varianti di tecnica come il chiacchierino ed il puncetto.
Ad essere filato è il cotone ma esistono anche pregiatissimi pizzi di fili di seta, di oro e d’argento, anche impreziositi da pietre preziose.
Napoleone considerava il pizzo tanto elegante e sofisticato che lo rese obbligatorio nell’abbigliamento di corte, quindi, nell’800 questo divenne un tessuto tipicamente femminile.
Ai nostri giorni ad esaltarlo nelle loro creazioni di Moda sono stati numeri stilisti in diverse declinazioni: basti pensare alla sensualità della donna siciliana in abiti neri di Dolce & Gabbana, all’allure flamenca delle donne di Balenciaga o ai corpetti di Jean Paul Gaultier.
Il tocco di femminilità antica e di sensualità e raffinatezza del pizzo, restano indiscussi attraverso il tempo.

martedì 23 dicembre 2014

LA FIABA DELL'INVERNO



La neve silenziosa che letteralmente copre la terra.
La neve, simbolo dell'inverno, la stagione in cui il mondo sembra rallentare

PHOTO   -  MARTIN RAY ( 1954)
Serie - FROZEN SILENCE
LA FIABA INVERNALE

L'inverno per secoli è stato vissuto come un vero flagello, considerato una punizione divina, fino al 18° secolo quando verrà visto non più come una minaccia, ma in un' ottica romantica.
Gli artisti del romanticismo saranno attratti dalla luce e dai colori invernali, dal sentimento del riposo e intimità proprie dell'inverno, o dallo stupore della natura immobile e intimista che l'inverno richiama.
Ma saranno gli impressionisti a cogliere in pieno la gamma di possibilità cromatiche e luminose che la neve può creare.
Il bianco immobile della campagna, la brina che fa luccicare i campi.
BRUEGEL IL VECCHIO - CACCIATORI NELLA NEVE  1565
GOYA - TEMPESTA DI NEVE - 1787
 FRIEDRICH - PAESAGGIO INVERNALE CON CHIESA  - 1811
COURBET - CERVO NELLA NEVE  - 1866 
  MONET - RUOTE SULLA NEVE  18 ?

mercoledì 17 dicembre 2014

ASPETTANDO IL NATALE - CON UNO DEI CAPOLAVORI DEL GOTICO ITALIANO

GENTILE DA FABRIANO - ADORAZIONE DEI MAGI 1423

In questa adorazione il corteo dei Magi si dispiega su tutta la parte centrale del dipinto, sfruttando la forma tripartita nella parte alta per dare origine a più focolai d'azione, arricchiti da una miriade di dettagli naturalistici e di costume, che creano un effetto vibrante dove l'occhio dello spettatore si sposta da un particolare all'altro.
Vi è una grande profusione di applicazioni in oro e argento, nelle vesti, nei finimenti dei cavalli, dei cani da caccia, nelle corone, nelle spade e nei doni. I metalli, applicati in foglie sottilissime, venivano poi incisi a mano libera, punzonati o coperti da leggere velature, che creano un effetto di luce diffusa. Altre volte sono ottenuti effetti a rilievo tramite l'applicazione di "pastiglia" (gesso e colla) rivestita d'oro e di pigmenti.
Lo spazio prescinde da qualsiasi regola prospettica, nonostante la profondità della scena, con i personaggi che si sovrappongono in maniera caotica e festosa, creando un insieme irreale e fiabesco.
Grandissima abilità di Gentile è inoltre quella di riuscire a rendere l'idea della componente materica delle stoffe, la morbidezza degli incarnati, la freschezza della vegetazione.






ASPETTANDO IL NATALE - CON AUTORITRATTO DI DOMENICO GHIRLANDAIO
DOMENICO GHIRLANDAIO (1449-1494)
ADORAZIONE DEI PASTORI (1485)

In questa sua opera il Ghirlandaio si è autoritratto in uno dei pastori inginocchiati. Un' opera questa piena di significati allegorici.
Maria, in primo piano su un prato fiorito, adora il Bambino poggiato sul suo mantello all'ombra di un sarcofago romano antico che fa da mangiatoia per il bue e l'asinello (che secondo la patristica rappresentano rispettivamente gli ebrei e i pagani), poco dietro si trova san Giuseppe, che scruta verso il corteo in arrivo, e a destra un gruppo di tre pastori ritratti con vivo realismo, derivati dal modello del Trittico Portinari di Hugo van der Goes. Nel primo pastore, quello che indica il Bambino, Ghirlandaio incluse il proprio autoritratto.
La sella e il barroccio a sinistra alludono al viaggio di Maria e Giuseppe.
Dall'arco di trionfo sullo sfondo passa il corteo dei re Magi, con un significato anche simbolico, inteso come il lasciarsi alle spalle l'era pagana. A sinistra i primi due magi sono già vicini e guardano una luce che si intravede sul tetto della capanna, la cometa, che brilla sul tetto di paglia sorretto da monumentali pilasti romani, uno dei quali reca sul capitello la data MCCCCLXXXV (1485).
Sullo sfondo si vedono i pastori con le greggi ai quali l'angelo sta annunciando la nascita del Signore
Il sarcofago-mangiatoia, l'arco di trionfo sotto cui passa il corte dei Magi e i pilastri che reggono la capanna sono precisi riferimenti alla nascita del Cristianesimo in ambito pagano, Anche il paesaggio lontano, con le vedute cittadine, simboleggia questa allegoria: la città più lontana a destra è infatti un riferimento a Gerusalemme con l'edificio a cupola (la moschea della Roccia), davanti alla quale sorge un albero secco con un ramo spezzato, simbolo della conquista della medesima; la città di sinistra invece è un'elaborazione di Roma, nella quale si riconoscono i sepolcri di due imperatori profetici, Augusto, con il mausoleo e Adriano, che si pensava sepolto sotto la Torre delle Milizie, ma si intravede anche quella che sembra la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, a ribadire il ruolo di Firenze come nuova Roma.
Tempera su tavola 167x167 cm.
Basilica Santa Trinità, Cappella Sassetti - Firenze




mercoledì 10 dicembre 2014

LA CENSURA NELL'ARTE -
ADAMO DI VAN EYCK E' PARTE DI UNO SCOMPARTIMENTO INTERNO DEL POLITTICO DI GAND, UNA DELLE FIGURE PIU' CELEBRI DEL POLITTICO, CONTIENE CARATTERI INNOVATIVI TRA CUI LA PROSPETTIVA DEL SOTT'IN SU'.
L'ARTISTA HA RAPPRESENTATO GLI ASPETTI PIU' MINIMI DELLA REALTA': LE VENE SULLE TEMPIE, IL COLORITO SCURO PER IL SOLE DELLA PELLE DELLE MANI, LA PELURIA BRUNA DELL'ADDOME E DEL PETTO.
L'EFFETTO E' QUELLO DI UNA VITALITA' PROROMPENTE DA RISULTARE QUASI AGGRESSIVA.
NEL 1781 QUESTO PANNELLO E IL SUO GEMELLO DI EVA VENNERO RELEGATI IN SACRESTIA E RIDIPINTI CON VESTI PERCHE' CONSIDERATI " CONTURBANTI".
IN SPECIAL MODO CON ADAMO VAN EYCK HA CREATO UNA FIGURA CHE PARE PULSARE DI VITA E CHE NON HA PARAGONI PER LA SUA EPOCA. -

JAN VAN EYCK 1395-1441

POLITTICO DI GAND - 1426 - DETTAGLIO




lunedì 8 dicembre 2014

GIOTTO - NASCITA DELLA VERGINE 1303
Cappella degli Scrovegni - Padova

......dopo nove mesi esatti è Anna che finalmente parla.
" Che cosa ho messo al mondo? " chiede alla levatrice, con lo sguardo stanco ma beato che hanno le donne appena partorito, quando non vedono ancora oltre il gonfiore del ventre.
" Una femmina", risponde la levatrice.
E in ciò che la madre esclama dopo aver saputo di Maria, non è difficile riconoscere la grazia di tutte le altre prima e dopo di lei: quello che hanno detto, magari - sopra il proprio cuore - e non con il respiro della voce.
Ed è come se questo Anna lo dicesse per tutte e con tuttew le altre.
" Oggi la mia anima è stata magnificata"

da - Letture bibliche al femminile di Elena Loewenthal

domenica 7 dicembre 2014


GIOTTO E LA CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI
IL BACIO DI GIUDA 1304/6
Qui nell'intenso contatto visivo tra Giesù e il suo traditore si contrappone l'agitarsi delle turbe armate, il tutto genera un effetto di violenta drammaticità, e sebbene l'iconografia sia tradizionale in questa scena Giotto rinnovò profondamente il contenuto mettendovi una straordinaria fusione psicologica tra i personaggi ritratti.
GIOTTO DI BONDONE (1266-1337)
IL BACIO DI GIUDA (1304/6)
Affresco 200x185 cm.
Cappella degli Scrovegni


FIORI E FRUTTA FIAMMINGHI - INSETTI COMPRESI

I fiamminghi insuperabili maestri, a partire da Jan Bruegel il Vecchio che nel 1596 se ne torna ad Anversa da un viaggio in Italia portando con sé un potente bagaglio d' immagini italiane che rielabora accostandole alle sue fantasie fiamminghe e che influenzano l'arte di Balthasar Van Der Ast, compresa la passione per la rappresentazione di animaletti. E poi ci sono i tulipani che fanno tanto Olanda. Tulipani per i quali si sono fatte pazzie e che nel febbraio del 1637 il loro prezzo crolla. Fu un disastro con fallimenti e suicidi, ma la loro bellezza rimane per sempre immortalata dai grandi artisti fiamminghi.

JAN BRUEGEL IL VECCHIO - NATURA MORTA CON FIORI IN UN BICCHIERE - 1600
BALTHASAR VAN DER AST - CANESTRA 1632
BALTHASAR VAN DER AST - STUDIO DI FIORI E INSETTI 1625



FRANCESCO HAYEZ - LA MEDITAZIONE 1850
Una giovane donna con un seno sensualmente scoperto, regge mestamente una croce e un .libro.
Sulla costola, in rosso color sangue, il titolo - STORIA D'ITALIA - sulla croce le date delle cinque giornate di Milano - marzo 1848 -
è il dipinto che più d'ogni altro simboleggia i drammatici anni dei moti risorgimentali.
L'artista aveva contribuito a finanziare i moti milanesi del 1948.
Nella figura discinta della " giovane Italia" alla quale forse non resta che meditare sulle proprie sventurate sconfitte, il pittore lascia occulta allusione ai tragici eventi e un chiaro messaggio del suo pensiero

artedossier - Gloria Fossi


sabato 6 dicembre 2014


CUCIRE - nell'arte, nel mito

- Arte manuale creativa che consente di unire tra loro due tagli di stoffa -
Cucire è una forma d'arte, è la precisione dei punti del chirurgo, la chiusura di una ferita.
Nelle fiabe e nei miti, la cucitura rappresenta un lungo e infaticabile processo che, punto dopo punto, conduce alla redenzione, rammenda il tessuto lacerato dell'anima o rimedia a un incantesimo.
La cucitrice e la sarta sono incarnazioni psichiche dell'umiltà eroica, della cura per i dettagli e della ripetizione: rappresentano coloro che sono abbastanza saggi da riprendere i punti lasciati in sospeso della potenziale totalità
il libro dei simboli - Taschen

ALFRED STIELGHITZ - GIORGIA O'KEEFE E LE SUE MANI 1914
HAMMERSHOI - DONNA CHE CUCE 1887
GEORGE SEURAT - DONNA CHE CUCE 1882
ODILON REDON - RITRATTO DI DONNA 1901



mercoledì 3 dicembre 2014


SIMONE MARTINI (1285-1344)
ANNUNCIAZIONE (1333)
L' opera è una delle più celebrate degli Uffizi.
Considerato il capolavoro di Simone Martini, della scuola senese e della pittura gotica in generale, venne realizzato per un altare laterale del Duomo di Siena.
Lo sfondo è un'abbagliante distesa d'oro, che dà alla scena un'apparenza astratta ma anche straordinariamente spirituale.
Il tutto è evidenziato ancora maggiormente dalle dorature delle vesti e di altri dettagli, secondo alcune tecniche che Simone potrebbe aver inventato proprio per quest'opera: essenzialmente si tratta di dipingere sopra la foglia d'oro, sia stendendo il colore calligraficamente e con velature per lasciare in vista l'oro sottostante
Grazie all'incredibile espressività della linea, l'angelo mantiene la sua forma nonostante l'immaterialità del suo corpo, quasi trasparente, sovrapponendo l'oro delle sue vesti con l'oro dello sfondo, creando straordinari effetti di rifrazione, immergendo così l'osservatore in un'estasi di luce e ricchezza, raffinatissima, che mai sconfina in opulenza. Contrapposta, sta la figura della Vergine, del tutto terrena, sottolineata dalla chiarezza e semplicità delle vesti, marcatamente scure.
Importante sottolineare come l'artista voglia suggerire una precisa spazialità della scena, scostandosi dagli schemi dell'adimensionalità bizantina e inserendo dettagli prospettici come il pavimento marmoreo, i panneggi, i volti, il vaso di gigli, le olive, il trono in tralice e il libro, caratterizzati da un grande realismo. Da notare anche i raffinati merletti dorati della veste di Maria, che contribuiscono a dare un tocco di regalità alla sua figura, altrimenti eccessivamente cupa davanti allo splendore angelico.
Tempera su legno 265x3o5 cm.
Galleria degli Uffizi - Firenze


martedì 2 dicembre 2014

NEI SUOI DIPINTI STESSA LUCE, STESSA ATMOSFERA, STESSA SPAZIALITA' DI PIERO DELLA FRANCESCA . -

BALTHUS 1906-2001
THE CAT IN THE MIRROR 1978

Olio su tela 170x180

private coll.

FEDERICO FELLINI - CARTE SEGRETE 1990
BALTHUS - KATIA CHE LEGGE 1968/1976
".....mi condusse nella sua stanza di lavoro.....Nella luce ferma del suo studio, una luce da miracolo come in certe chiesette toscane visitate di mattina, stavamo tutti e due a guardare quei quadri come fossero dei reperti, come se ci trovassimo di fronte a qualcosa che lui, Balthus, avesse non eseguito ma ritrovato, scavato, portato alla luce. La ragazza che leggeva era contemplata tra le ombre di una parete di immemorabile antichezza e tutta avvolta da una grande luce trepidate che le si posava intorno quasi senza toccarla...."
http://youtu.be/FvQO7kP34ho

IL PRIMITIVISMO DI CIMABUE

CIMABUE - CROCIFISSIONE 1280 - Basilica in Assisi -
Tra il 1280 il 1285, Cimabue lavora nella Basilica di San Francesco ad Assisi, dove esegue la Crocifissione, ed è uno dei maggiori capolavori di Cimabue.
I colori hanno subito una mutazione a causa dell'ossidazione del bianco di piombo usato dal maestro lasciando così emergere " l'opera " sottostante, svelando così il disegno del pittoreLa composizione e il disegno restano, tuttavia, immutati, svelando interventi originari e le intenzioni embrionali del pittore. Si scopre così che - " i segni sottostanti hanno la medesima forza di alcune pitture del XX secolo. Questo perchè " chi dipinge si trova ad esprimere valori umani profondi che sono inalterabili e spesso inalterati." - Daverio
Se si paragona la Crocifissione con l'opera d' un artista renano del 1920, Bockstiegel - " si intuisce subito quanto l'arte d'ogni artista comprenda una parte di segno sotterraneo, che proviene dal fondo della coscienza, e una parte di finitura che raffigura la sua cultura visiva contingente."- Daverio
Del resto la critica ottocentesca definiva primitivista la pittura di Cimabue, e come ci dice Daverio - " Il primitivismo può essere una indagine al fondo della propria anima, come sapevano gli artisti africano quando realizzavano i loro feticci, quelli ai quali si riferisce così bene Picasso nelle Demoiselle d'Avignon."
E allora il primitivismo duecentesco di Cimabue diventa " non una lingua primordiale ma ricerca sofisticata dell'innovazione."
Philippe Daverio - Guardar lontano veder vicino -
Tutto ciò in rapporto anche all'aspetto cromatico originale, in cui da un frammento rimasto intatto si può apprezzare una gamma di colori molto sofisticata e sorprendente.
Possiamo notare l’accostamento del rosa al verde marcio, all’ocra e al marrone: volontà di delicatezza, eleganza ed effetto scenico. Le linee che evidenziano o scontro di masse, forme e linee corrisponde alla tensione dei sentimenti: odio e dolore, violenza e pietà. Tutto in questa Crocifissione è pura ricerca dell'innovazione.

CIMABUE - DETTAGLIO CROCIFISSIONE 1280
PICASSO - STUDIO per LES DEMOISELLES d'AVIGNON 1907
ARTE KOTA - MASCHERA FACCIALE
AUGUST BOCKSTIEGEL - RITRATTO DI ANNA BOCKSTIEGEL 1920