giovedì 26 marzo 2015


EDWARD HOPPER - SUN IN AN EMPTY ROOM 1963
" Quando è successo di aspettare un momento in una stanza ormai vuota o non ancora piena? quando abbiamo condiviso lo scorcio di uno sguardo amputato? Sono sola a guardare l'immagine. Tu indietreggi e solo quando il silenzio alle mie spalle è totale vedo che l'ala di muro è una stele e noi due spettri."
Antonella Anedda
In questo dipinto non ci sono figure ma " un'ala di muro gialla" Il pittore pensava a Bergotte che muore nella Prigioniera davanti al dettaglio di Vermeer?
Bergotte: - “E’ così che avrei dovuto scrivere, pensava. I miei ultimi libri sono troppo secchi, avrei dovuto stendere più strati di colore, rendere la mia frase preziosa in sé, come quel piccolo lembo di muro giallo”.
Proust - La recherche du temps perdu

EDWARD HOPPER - STANZE SUL MARE 1951
In Stanze sul mare pare che l'acqua arrivi proprio fin sulla soglia, come se interposta non vi sia nè terra nè costa, come se, in realtà fosse rubata a Magritte.
Qui percepiamo qualcosa di affine al protrarsi dell'attimo che si adatta alla durata del nostro sguardo.
Poichè nel muoverci trasversalmente lungo il piano del dipinto noi ci muoviamo più profondamente al suo interno.
La seconda stanza è un' eco ammobigliata della prima.
Il raddoppiarsi dello spazio dona conforto perchè dispone idee di continuità e connessione, e il mare e il cielo in questo contesto paiono inoffensivi
 Ph-MAURO VARINI 1957


martedì 24 marzo 2015


Nei quadri di HOPPER sentiamo la presenza di ciò che è nascosto, di ciò che senza dubbio esiste ma non viene rivelato.
Formalizzando l'intimità, fornendole uno spazio in cui può venire osservata senza essere violata, il potere di HOPPER viene esercitato nei nostri confronti con estremo tatto.
Congiungiamo la reticenza dei suoi dipinti con la nostra, e la nostra simpatia aumenta.
Le stanze di HOPPER diventano tristi rifugi del desiderio.
Vogliamo saperne di più su ciò che accade al loro interno ma, ovviamente, non è possibile.
Il silenzio che accompagna il nostro guardare sembra accrescersi. Ci turba. Vogliamo andare oltre. E qualcosa ci spinge a farlo, nell'attimo stesso in cui qualcos'altro ci costringe a restare fermi.
Ci pesa addosso come solitudine. La differenza tra noi e ogni altra cosa cresce.
Mark Strand
EDWARD HOPPER 1882-1967
NIGHT WINDOWS 1928



Gli appunti per il dipinto nel suo taccuino


lunedì 23 marzo 2015


EDWARD HOPPER 1862-1967
STANZE SUL MARE 1951

In Stanze sul mare pare che l'acqua arrivi proprio fin sulla soglia, come se interposta non vi sia nè terra nè costa, come se, in realtà fosse rubata a Magritte.
Qui percepiamo qualcosa di affine al protrarsi dell'attimo che si adatta alla durata del nostro sguardo.
Poichè nel muoverci trasversalmente lungo il piano del dipinto noi ci muoviamo più profondamente al suo interno.
La seconda stanza è un' eco ammobigliata della prima.
Il raddoppiarsi dello spazio dona conforto perchè dispone idee di continuità e connessione, e il mare e il cielo in questo contesto paiono inoffensivi

EDWARD HOPPER -
i taccuini dove HOPPER annotava gli appunti per le sue opere
“Tutto quello che avrei sempre voluto fare era dipingere la luce del sole sulla parete di una casa”. - Hopper
  


venerdì 13 marzo 2015

WILLIAM BALK - IL GRANDE DRAGO ROSSO - 1803
 WILLIAM BLAK - ONNIPOTENTE  1794
MASSIMO GIANQUITTO - In cammino nell'arte -
Le vite di moltissimi artisti sono paradigmatiche. Quasi tutti erano COLTIVATORI DI SOGNI E SPALATORI DI NUVOLE. Personalità tutt'altro che utopiche, anzi, concretamente impewgnate fino al collo nella realizzazione di uno stile, di una voce propria, di una visione del mondo. 
Sono vite che ci insegnano il coraggio di un progetto, l'anticonformismo di un talento, la voglia di farcela alla faccia dei giudizi e delle sentenze altrui.
Io credo che siano esempi positivi soprattutto ora, in un' epoca che sembra aver perso per strada il significato del sacrificio e della responsabilità.
Questi artisti ci rimandano con le loro opere un messaggio di speranza combattiva : <<Fatti una vita che sia tua, qualunque essa sia >> , come disse Terzani a suo figlio Folco. 
Perchè " Resistere è Creare " . Resistere al degrado del disfattismo, del pessimismo e dell' arrivismo.

giovedì 12 marzo 2015

SOFONISBA ANGUISSOLA -
UNA DELLE PRINCIPALI ESPONENTI FEMMINILI DELLA PITTURA EUROPEA. RAPPRESENTO' LA PITTURA ITALIANA RINASCIMENTALE AL FEMMINILE. EBBE UNA FITTA CORRISPONDENZA CON GLI ARTISTI PIU' FAMOSI DEL SUO TEMPO, CITATA DAL VASARI NELLE VITE . MICHELANGELO SOSTENEVA CHE LA FANCIULLA AVESSE TALENTO.

SOFONISBA - SI RITIENE CHE QUESTO SIA IL PRIMO DIPINTO CHE MOSTRI UNA PITTRICE AL CAVALLETTO.
LA TELA E' SIGNIFICATIVA PERCHE' CONFERISCE STATUTO DI PROFESSIONALITA' ALL'ARTE DELLA DONNA.
I COLORI DEL DIPINTO SUL CAVALLETTO E DELLA TAVOLOZZA DELLA ANGU
ISSOLA CREANO UN CONTRASTO CON LA SOBRIA IMMAGINE DELL'ARTISTA STESSA E CON L'OSCURITA' DELLA STANZA.
LA LUCE CHE INONDA IL CAVALLETTO PARE SOFFERMARSI SUL VOLTO E LE MANI DI SOFONISBA LEGANDOLA AL SUO SOGGETTO, PROPRIO COME FA IL PENNELLO POSIZIONATO SULLA TELA.
NONOSTANTE LA GIOVANE ETA', L'ARTISTA INDIRIZZA UNO SGUARDO DIRETTO E SICURO VERSO L'OSSERVATORE.
DEL RESTO NE AVEVA BUON MOTIVO, AVEVA GIA' VISITATO ROMA E RICEVUTO I COMPLIMENTI DI MICHELANGELO CHE LE AVEVA PERSINO CHIESTO DELLE OPERE. -

SOFONISBA ANGUISSOLA 1535-1625
AUTORITRATTO AL CAVALLETTO 1556

Olio su tela 66x57 cm.
Muzeum Zamek - Polonia