EDWARD HOPPER 1862-1967
STANZE SUL MARE 1951
In Stanze sul mare pare che l'acqua arrivi proprio fin sulla soglia, come se interposta non vi sia nè terra nè costa, come se, in realtà fosse rubata a Magritte.
Qui percepiamo qualcosa di affine al protrarsi dell'attimo che si adatta alla durata del nostro sguardo.
Poichè nel muoverci trasversalmente lungo il piano del dipinto noi ci muoviamo più profondamente al suo interno.
La seconda stanza è un' eco ammobigliata della prima.
Il raddoppiarsi dello spazio dona conforto perchè dispone idee di continuità e connessione, e il mare e il cielo in questo contesto paiono inoffensivi
STANZE SUL MARE 1951
In Stanze sul mare pare che l'acqua arrivi proprio fin sulla soglia, come se interposta non vi sia nè terra nè costa, come se, in realtà fosse rubata a Magritte.
Qui percepiamo qualcosa di affine al protrarsi dell'attimo che si adatta alla durata del nostro sguardo.
Poichè nel muoverci trasversalmente lungo il piano del dipinto noi ci muoviamo più profondamente al suo interno.
La seconda stanza è un' eco ammobigliata della prima.
Il raddoppiarsi dello spazio dona conforto perchè dispone idee di continuità e connessione, e il mare e il cielo in questo contesto paiono inoffensivi
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