domenica 13 settembre 2015


Paradossi nell'arte
"....io scrivo di me e dei miei scritti come delle mie azioni....il mio tema si ripiega su se stesso..."
Montaigne
E nei dipinti è il paradosso dell'immagine che integra il proprio rovescio, come nel dipinto di Pieter Claesz - Vanità 1630, dove ciò che noi vediamo sulla superficie del quadro è rappresentato all'interno della sfera, compreso l'autoritratto dell'artista al cavalletto.
E la sfera ci fa vedere il quadro da dietro e a rovescio. In essa vediamo l'artista seduto al cavalletto intento a osservare il suo soggetto. Non è possibile vedere nella sfera l'immagine che egli sta dipingendo: quel che si vede è il supporto e il modello del suo dipingere. L'immagine che egli sta dipingendo è proprio il quadro. Nel quadro è visibile proprio il rovescio della tela. Il dritto è il quadro che noi stiamo guardando; è un'immagine che integra il proprio rovescio e potremmo anche definirlo come il paradosso del " contenente-contenuto"
Nel suo insieme il dipinto è una vanitas per gli oggetti rappresentati e poichè vi è inglobato l'artista al lavoro, riflesso nella sfera, diventa una riflessione sulla vanitas del fare artistico. Riflettendo sull'arte, l'artista si accorge di quanto essa sia vana, il suo mondo, la sfera, è perfetto ma fragile, futile, vano. Tutto il quadro che include il suo farsi e anche il suo autore, si organizza tra la grande sfera scintillante, ma vuota, e il teschio. "Ecco l'arte, ecco la mia arte" sembrerebbe dirci Claesz " ed ecco anche me stesso all'opera! Vanità del dipingere"
Stoichita- L' invenzione del quadro
dipinto: Pieter Claesz - Vanitas 1630


Nessun commento:

Posta un commento