domenica 23 novembre 2014

CONSTABLE - STUDIO DI NUVOLE 1822

Sono più di un centinaio e sparsi tra vari musei gli schizzi delle nuvole che attraversavano il cielo inglese, tra il 1821 e il 1834, tra Hampstead Heath e Brighton; sono le nuvole che John Constable inseguiva e dipingeva, andando a giro per sentieri e per spiagge solitarie, naso in aria e taccuino di disegni alla mano.
Il cielo per lui "è l'elemento chiave, l'ago della bilancia, il primo organo del sentimento... e la sorgente della luce che, in natura, governa ogni cosa".
E nei suoi piccoli schizzi (i fogli misurano più o meno 20x15cm), eseguiti in anni e località differenti, raffigura cieli puri , né alberi, né orizzonte.
Cieli che non sono più uno sfondo, ma che diventano il soggetto principale. 
Sono paesaggi fatti solo di nuvole, ritratti di nubi, si potrebbe dire
Una cinquantina d'anni prima, rispetto ai pittori impressionisti, si sofferma a dipingere un unico motivo naturale, che cambia costantemente con le condizioni della stagione, del vento o della luce. Un soggetto sempre diverso e meravigliosamente mutevole.
Lavora all'aria aperta, utilizzando, per i suoi schizzi, colori a olio: una tecnica abbastanza inconsueta. Solo più tardi userà l'acquarello, più facile e più maneggevole.
Sul retro, quasi sempre, aggiunge delle annotazioni sulla direzione del vento, sull'ora del giorno, sul sole e sulla luce.
Fare "skyning" lo chiama. 
Dipinge le nuvole, non per le immagini che evocano e nemmeno per usarle negli sfondi di composizioni più grandi, ma per indagarle in ogni minimo dettaglio e per studiarne la forma e l'anatomia, come un altro pittore avrebbe studiato l'anatomia del corpo umano.
Sono, in effetti, gli stessi anni, in cui compaiono i primi studi di meteorologia: è del 1820 l' articolo di Luke Howards "On the modification of the clouds", con la prima classificazione delle nuvole dal punto di vista scientifico.
E Constable, probabilmente, lo ha letto e sa distinguere le nuvole alte e le nuvole basse, i cirri, i cumuli, gli strati o i nembi. 
Ma, soprattutto, sa ritrarli in maniera diversa. 
Sa dipingere i cirri, le nubi bianche e leggere, illuminate dal sole, catturando la luce con dei colpi di bianco o di giallo puro.
O sa raffigurare i cieli plumbei di nuvole basse e gravide di tempesta.
Oppure gli strati di nubi che, durante un temporale, sembrano occupare tutto lo spazio con la loro massa scura e incombente.
Nei suoi schizzi le nuvole compaiono tutte e tutte sono rappresentate con appassionata precisione: quelle leggere e quelle pesanti, frastagliate o compatte, opache o trasparenti, quelle bianche del cielo assolato o quelle nere delle giornate di pioggia.
dal web






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